Dalla chimica del cloro derivano il 55% dei processi produttivi attualmente in uso e il 95% dei beni di consumo prodotti. Da sole, le grandi famiglie di derivati del cloro, materie plastiche (PVC, poliuretani, PVDC, policarbonati), siliconi, resine, gomme sintetiche ed elastomeri, forniscono migliaia e migliaia di prodotti ai più svariati settori merceologici. Ma ancor più importante, lo sviluppo delle tecnologie informatiche ed elettroniche, reso possibile dalle materie plastiche, ha contribuito ad aumentare esponenzialmente le potenzialità di accesso ai canali di informazione in tutto il mondo, facilitando la ricerca e lo scambio di conoscenze, riducendo virtualmente le distanze e rendendo sempre più economiche le opportunità di comunicazione: da internet alla telefonia mobile. E soprattutto ha reso accessibili a tutti beni e tecnologie in quantitativi di massa. E alla chimica del cloro deve molto anche lo sviluppo dei settori trainanti del made in Italy, dalla moda al design, dalla meccanica alla cantieristica navale e da diporto, dall’architettura fino all’industria alimentare (dalla protezione delle colture alla conservazione e al trasferimento di alimenti freschi e lavorati, compresi prodotti DOC, DOP e IGP).