Uno studio socio-economico sulla filiera del cloro-soda condotto dall’Università Bocconi considera questo settore in grado di condizionare in modo rilevante sia la struttura produttiva ed occupazionale del sistema industriale, che i processi industriali che utilizzano cloro-soda come materie prime componenti.
Nonostante per questo motivo la produzione di cloro possa essere considerata un asset strategico per il sistema industriale nazionale, negli ultimi anni la produzione di cloro ha subito, anche per pressioni di carattere ambientale, un significativo ridimensionamento.
Tale ridimensionamento della posizione produttiva italiana di materia prima non ha tuttavia modificato il volume dei consumi della filiera, rimasti sostanzialmente stabili, a testimonianza della sostanziale insostituibilità del cloro e dei suoi derivati.
Lo squilibrio tra produzione nazionale e consumi è stato di fatto colmato sacrificando parte del primo livello produttivo all’aumento delle importazioni, che coprono il 70-80% circa del fabbisogno.
A livello di occupazione, l’industria del cloro-soda assorbe direttamente circa 4.000 persone e di 16.000 in altri comparti della chimica, con un effetto moltiplicatore sui settori a valle. Si calcola infatti (sulla base di analisi condotte a livello europeo) che l’industria del cloro-soda interessi l’occupazione di circa 200.000 persone che operano in settori caratterizzati da produzioni che abbiano un contenuto (diretto o indiretto) di cloro-soda, per un valore complessivo delle produzioni di circa 16,7 miliardi di Euro.