Questo approccio è largamente condiviso e già seguito dall’industria europea del cloro rappresentata in Euro Chlor, l’associazione dei produttori europei di cloro e derivati.
Già nel 2001, con l’obiettivo di contribuire fattivamente alla ricerca e all’adozione di soluzioni sempre più sostenibili, tutte le industrie produttrici di cloro dell’Europa Occidentale associate ad Euro Chlor hanno concordato una strategia comune basata su sei impegni volontari specifici, relativi alle principali tematiche individuate:
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inserire fattori ambientali, sociali ed economici in tutte le decisioni strategiche di business;
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ottimizzare l’efficienza energetica nella produzione di cloro;
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ridurre l’utilizzo dell’acqua attraverso il riciclo;
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ridurre le emissioni inquinanti nelle acque, nei terreni e in atmosfera;
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usare l’idrogeno generato dall’industria come materiale grezzo o combustibile;
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dare alta priorità al trasporto sicuro di cloro.
In parallelo, nel 2003 è stata annunciato e pubblicato da Euro Chlor un accordo che prevede l’individuazione di 14 indicatori di performance e obiettivi di miglioramento in aree chiave come la protezione ambientale, gli aspetti economici della produzione, sicurezza e progresso sociale. Un 15° punto è stato aggiunto nel 2004 relativamente all’adozione del regolamento EMAS e/o della certificazione ISO 14001 per gli impianti di produzione.
I dati comunicati dalle aziende sui progressi compiuti sono pubblicati annualmente da Euro Chlor.
Per quanto riguarda i processi produttivi utilizzati per produrre cloro, i metodi utilizzati sono principalmente tre:
a) processo a catodo di mercurio;
b) processo a diaframma, che rappresenta circa 1/4 della produzione;
c) processo a membrana.
L'applicazione delle tre diverse tecnologie varia da Paese a Paese. In Europa prevale il processo con celle a catodo di mercurio per più della metà della produzione. Negli Stati Uniti si utilizza quello con celle a diaframma per il 75% della produzione. In Giappone, in Cina e in India, si usa quasi esclusivamente il processo con celle a membrana.
Poiché il processo con cella a membrana risulta più sostenibile con vantaggi intrinseci dal punto di vista ecologico rispetto ai due processi più datati, dal momento che non utilizza mercurio né amianto e allo stesso tempo risulta riduce il consumo di energia, tutte le industrie che in Europa utilizzano la tecnologia a catodo di mercurio si sono impegnate a passare a quella a membrana entro il 2020, nonostante gli altissimi costi di riconversione previsti.