Cloro e tempo libero

Il cloro libera il tempo libero: più musica, più hobby, più immagini, più mobilità.

Più spazio per creare, per incontrarsi, per dare nuove ali alle idee.

 

Muoversi senza

Allo stato attuale non è concepibile pensare di costruire un'automobile senza le sue parti in materiale plastico: in PVC sono prodotti un gran numero di componenti tra cui i rivestimenti interni, i paraurti, i tappetini, i cruscotti, le cinghie del ventilatore e dell'alternatore, i tubi flessibili, le guarnizioni a tenuta; in poliuretano invece sono fabbricate le imbottiture dei sedili, mentre altri derivati organici vengono impiegati per la produzione degli additivi per benzine, per i liquidi dei freni e per i liquidi antigelo per radiatori. Solventi clorurati, per il loro ottimo potere solvente e la non infiammabilità, sono impiegati nella sgrossatura dei motori, dei carburatori e degli altri circuiti di automobili ed aeromobili e dei circuiti frenanti.

Il policarbonato sta gradualmente sostituendo il vetro in varie parti della vettura; in modelli recenti ad esempio di policarbonato sono costituiti i vetri dei fari anteriori e posteriori nonché di molti optional delle autovetture come la parte esterna degli specchietti retrovisori.

In generale l'utilizzo di materiali plastici per la produzione della componentistica automobilistica negli ultimi 30 anni ha permesso di alleggerire il peso di una vettura di circa il 40%.

Paraffine clorurate, ovvero composti ottenuti dalla clorurazione diretta del cloro molecolare su idrocarburi saturi, sono poi usate come additivi di oli lubrificanti; il vantaggio associato all'uso di questi materiali sta nel fatto che esistono in commercio paraffine a differente peso molecolare dotate di viscosità diverse ciascuna delle quali può essere aggiunta all'olio lubrificante a seconda delle esigenze. PVC, poliuretani e policarbonati sono anche parte integrante degli equipaggiamenti e delle attrezzature di uomini e mezzi destinati a viaggiare nello spazio.

 

La Settima Arte

Pellicole, materiali di scena, accessori vari, decorazioni sono parte integrante della 7° arte, il cinema. Fu Federico Fellini nel 1973, durante le riprese del celebre film "Amarcord" ad usare per la prima volta del PVC per ricreare in scena il mare. Gli scenografi e gli sceneggiatori sanno bene come le caratteristiche di resistenza e di facilità di manipolazione di queste materie plastiche siano indispensabili per riprodurre interi set cinematografici.

Le più importanti materie plastiche derivate da composti organoclorurati impiegati in ambito cinematografico sono: fogli di PVC, largamente utilizzati per realizzare imitazioni perfette di sassi, rocce, muri di mattoni, pavimentazioni, tronchi e rami d'albero, fino alle forme stravaganti delle piante che popolano i pianeti in cui vivono gli extraterrestri; con il poliestere si realizzano statue, colonne, fregi quali è dato da vedere nelle scene di film mitologici, il policarbonato, che viene normalmente impiegato per proteggere le vetrine delle banche e delle gioiellerie come vetro anti-scasso e anti-proiettile, viene utilizzato in questo contesto come materiale di rivestimento fonoassorbente per macchine da presa, plastiche composite , derivanti da una miscela di fibra di carbonio, fibra di vetro con materie plastiche: sono usate, grazie alla loro leggerezza e quindi facilità di trasporto, per ricreare scene di esterni, palazzi, strade e piazze.

Dal microsolco al CD La musica è divenuta storicamente un fenomeno insieme planetario e individuale: tutti possono ascoltarla e ciascuno può scegliere il genere che vuole: questo perché grazie alle materie plastiche e alla loro versatilità ci sono gli strumenti per farlo.

I primissimi supporti per composizioni musicali (i 78 giri) avevano sulla loro superficie microsolchi delicati e facilmente deteriorabili ed imponevano ascolti quasi rituali usando apparecchiature ingombranti (i grammofoni): siamo negli anni '20. Tutto viene rivoluzionato alla fine degli anni '50, inizio anni '60, quando arriva il 45 giri, più piccolo del 78 giri, costruito in PVC di alta qualità che si ascolta con il "mangiadischi" che rapidamente si diffond tra la popolazione giovanile dell'epoca e proprio grazie ai 45 giri (che passeranno alla storia come "vinile") la musica si trasforma e diviene un elemento caratterizzante la cultura giovanile dell'epoca. Il merito va ascritto anche al PVC perché proprio questo materiale plastico ha consentito di realizzare dischi leggeri e resistenti e apparecchi di riproduzione del suono altrettanto affidabili e maneggevoli, ed anche, perché no, vivacemente colorati ed allegri, proprio in linea con lo spirito di quegli anni. Ai 45 giri ben presto si affiancano i 33 giri, o Long Playing (o più semplicemente LP) sempre realizzati in PVC, la cui grandezza consentiva di ascoltare ben più della singola canzone per facciata caratteristica dei 45 giri.

La seconda "rivoluzione" nel campo musicale avviene con l'introduzione delle musicassette: i nastri musicali (in poliestere o poliammide rivestiti di ossido di ferrocromo) trovano ben presto grande diffusione perchè occupano poco spazio, sono molto pratici e capaci di registrazioni di alta qualità. Il "mangianastri" per ascoltare le musicassette ha portato al massimo lo sfruttamento della tecnologia di miniaturizzazione dei circuiti (a base di cloruro di silicio) e dei supporti fino ad arrivare al walkman in cui raggiunge la propria espressione più perfezionata.

Sotto il profilo della fedeltà e della qualità di registrazione e di riproduzione è con la terza "rivoluzione", quella del compact disc (o più semplicemente CD) e dei lettori ottici che si sono avuti i migliori risultati. Il CD è un disco di policarbonato metallizzato, rivestito di materiale riflettente, in genere alluminio, più resistente al deterioramento rispetto ai dispositivi precedenti, con qualità di riproduzione migliore e capacità più elevate. La fabbricazione di un CD è poi relativamente semplice, in quanto una massa di policarbonato fuso a 300 °C viene introdotta sotto una forte pressione in una macchina che lo trasforma in un disco di plastica e contemporaneamente ne imprime la matrice dei piccolissimi solchi che, ricoperti da un metallo per renderli riflettenti, verranno poi letti dal raggio laser del lettore ottico. Tutto il processo dura solo 4 secondi e questo dà un'idea di quale sia la produzione giornaliera, in termini di numeri, di dischi (circa 650.000). Il CD è oggi il più diffuso supporto di suoni e di immagini (fisse o in movimento), al punto che il classico "vinile" è ormai stato messo fuori produzione ed è divenuto solo un pezzo da "collezione". In vent'anni, da quando è stato inventato ne sono stati realizzati più di 30 miliardi di esemplari, che messi l'uno accanto all'altro formerebbero un nastro scintillante di 3.600.000 chilometri: otto volte la distanza fra la terra e la luna.

La plastica dunque ha letteralmente trasformato nel giro di pochi decenni non solo il modo di ascoltare la musica ma anche quello di farla.